Gli archi formano l’ossatura dell’orchestra Agnesi e sono posizionati, dalla sinistra del direttore, secondo un ordine e una gerarchia ben precisa. Ci sono i violini primi, poi i secondi, i terzi, le viole, i violoncelli e i contrabbassi. Questa rigida struttura riflette il ruolo che ogni sezione ricopre nell’esecuzione del brano.
I violini primi, insieme ai secondi dialogano a diversi registri, i violini terzi con le viole, accompagnano contribuendo a dare un colore scuro alla sonorità dell’orchestra. Infine i violoncelli e i contrabbassi rappresentano le fondamenta per suonare insieme. L’orchestra Agnesi rispetta questa precisa composizione. Tutti sono fondamentali alla realizzazione del brano: dal primo violino con l’assolo sulla quarta corda in quinta posizione, al terzo violino che, come un metronomo, ricorda al primo (che se lo dimentica spesso) qual è il tempo. In un’orchestra amatoriale, poi, quest’ossatura non riflette, come invece potrebbe credersi, una gerarchia di importanza: ognuno ha il proprio valore e offre il proprio contributo.
Tutti i membri dell’orchestra sono consapevoli del ruolo che ricoprono e, almeno per l’Agnesi, sono tutti responsabili del successo della performance. Basterebbe entrare a fine concerto nel dietro le quinte di un teatro, per vedere la soddisfazione di ognuno nell’aver dato il proprio contributo. Lo si capisce anche dalle parole di un ormai prezioso membro dell’Orchestra Agnesi: dopotutto, la vita da terzo violino non è poi così male.
Ciao, sono Massimo, Terzo violino.
Volevo raccontarvi di cosa ho trovato nell’Orchestra Agnesi. Un clima di serenità e amicizia in cui tutti sono disponibili ad aiutarti. Anche se alcune volte non mi sento degno di essere un suo membro, viste le mie grandi lacune musicali, sto imparando moltissimo e mi sto divertendo, mi ritengo molto fortunato e molto orgoglioso di farne parte.
Tutti dovrebbero avere la possibilità di fare questo tipo di esperienza.
Un grande GRAZIE a tutte le persone che lo rendono possibile!